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PAOLO RUSIN

Purtroppo è mancato in questi giorni un carissimo amico delle Banche del Tempo di Milano, nate proprio dalla formazione promossa dall'allora Provincia di Milano e vive tuttoggi.

E' mancato dopo un lungo periodo di sofferenza causato dal Parkinson  contro cui ha lottato, sostenuto nella sua lotta dalla famiglia e dagli amici di una vita, Paolo Rusin.

Più di noi può presentarlo un  pezzo del suo libo sul dono, edito nel 2017, che riportiamo qui sotto.

Da tempo Paolo, già Presidente provinciale di Auser Milano, e successivamente del Coordinamento delle Banche del Tempo di Milano e Provincia, era affascinato dal tema del “dono” e si era buttato a capofitto nelle Banche del Tempo fin dal 2000,  avendone colto l'essenza profonda e piena di significato.

Nel 2000 ha fondato il Coordinamento delle Banche del Tempo di Milano e provincia e nel 2006 la Banca del Tempo di Monastero Bormida, piccolo paese agricolo del Piemonte dove si era nel frattempo trasferito. per stare vicino alla figlia e ai nipoti.

Ecco  due fotografie fatte a Monastero Bormida, dove ha fondato una Banca del Tempo.

Nelle foto gli amici delle nostre Banche di Milano e l'allora Presidente Nazionale Maria Luisa Petrucci.

Grazia Pratella
 
 
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LE BANCHE DEL TEMPO E IL LEGAME DEL DONO

Gli antropologi affermano con parere unanime che le reti di relazioni umane esistono fin dalle origini delle comunità arcaiche come scambio di doni. In epoca primitiva il dono racchiudeva lo scambio delle merci, la solidarietà tra gli individui, gli affetti tra gli appartenenti. Tutto questo si manifestava come un legame spirituale che teneva insieme le persone. Prima di tutto prevaleva l'aspetto affettivo che si manifestava in forma emotiva come un diritto/dovere di chi nascendo entrava nella comunità.

Il legame e il dono rappresentavano la regola non scritta ma condivisa di integrazione solidale tra gli individui della comunità che si sentivano ripagati dal senso che assumeva la vita di ciascuno, dalla vicinanza e sicurezza procurata con gli scambi. Ma sii! Forse vale proprio la pena di riproporre una promozione moderna del dono in grado di regalare sicurezza e momenti di felicità alle persone!

IL DONO C'E' ANCORA

Con la loro comparsa il diritto di proprietà, le merci e la moneta hanno profondamente cambiato i rapporti umani riducendo la motivazione affettiva negli scambi, sostituendola con interessi economici e ambizioni di potere che sono accompagnati dalla paura. Ciò ci rende ostili verso il diverso e lo straniero con il quale non siamo disponibili a condividere neanche quello che eccede i nostri bisogni. Nello stesso tempo però  scopriamo un sorprendente numero di volontari che salvano esseri umani nel Mediterraneo senza chiedere contropartite  economiche di alcun genere. E' quanto sta avvenendo anche per il terremoto nelle Marche di Amatrice.

Qual è la motivazione che scalda i cuori dei generosi per lo più di giovani che senza risparmiarsi salvano molte  vite umane?

Gli antropologi ci raccontano che la specie umana ha vissuto con una frequenza e intensità silenziosa ma significativa, lontano dalle guerre,  coltivando un legame di solidarietà tra le persone  indispensabile per sopravvivere, che ha lasciato tracce profonde nel nostro cervello.

Di generazione in generazione la qualità della vita viene registrata e inserita in un archivio cerebrale che conserva e trasmette non solo le paure ma anche i valori della vita

ALTRUISMO

La stessa origine si può attribuire al valore dell'altruismo che si contrappone alle calamità  e risorge da millenni di storia che l'uomo arcaico ha praticato scegliendo tra le alternative proposte dalla propria  esperienza di vita la forma della convivenza pacifica. La  convinzione fu che per sopravvivere non cè di meglio che una buona condivisione, relazioni di solidarietà e quindi uno scambio di doni che risolveva in modo semplice ed umano i problemi esistenziali delle persone della comunità.

Quello di occuparsi di qualcun altro è un bisogno interiore che è rimasto dentro la mente della nostra specie e si manifesta particolarmente in situazioni di emergenza come una guerra od un terremoto. I benefici non riguardano solo una coperta per coprirsi o un piatto di pasta per scaldare lo stomaco ma anche il bisogno d'amore quando si perdono figli, parenti e amici per non sentirsi abbandonati e rischiare di entrare in depressione. In questi contesti ci si misura con il dono della vita a chi potrebbe perderla e si agisce senza un calcolo mercantile ma con un'empatia irresistibile.

Dicevamo che secondo un'antica consuetudine il dono è dare, ricevere, ricambiare e si organizza da se con azioni di solidarietà che attraversano lo stesso territorio devastato dal terremoto di Amatrice.

L'aspettativa è di ricevere nel futuro una amicizia fraterna .

L'aiuto materiale ma anche solo l'attenzione e l'affetto di chi porta soccorso può  nel contempo suscitare la fiducia che serve a non soccombere per continuare a vivere, a non nascondersi  e non rinunciare alla propria visibilità. La persona colpita da un evento infausto sente di non essere dimenticata, nel ricevere un calore umano che riempie il vuoto creatosi con la scomparsa di un proprio caro e della propria casa.

LA BANCA DEL TEMPO E IL PARKINSON

Una conferma di questa vitalità del mutuo aiuto la troviamo nella esperienza che la associazione Banca del Tempo sta facendo con un gruppo di sostegno psicologicooperante da alcuni anni ad Acqui Terme tra persone che hanno il Parkinson.

Le relazioni che suscita confermano la  esistenza di un diffuso bisogno di mutuo aiuto.

Nel gruppo di sostegno aumenta la sicurezza personale, si ha l'opportunità di occuparsi di qualcuno, ci si sente utili nonostante la malattia, accresciamo la stima che abbiamo in noi stessi.

Questo avviene incrociando le relazioni e portando nel gruppo la pratica dello scambio propria dell'epoca arcaica.

Con questi scambi organizzati in forma reciproca avviene anche che si ampliano i rapporti quotidiani di buon vicinato e di mutuo aiuto, aumenta l'interesse verso gli altri e si richiama una maggiore attenzione su se stessi.

Dando e ricevendo  si valorizzano le persone che non vengono lasciate sole ma si inseriscono  in una rete che le rende ciascuna uno snodo significativo nei rapporti di comunità. Non tutti riescono ad inserirsi in questa comunione di intenti. C'è chi per la paura di rimetterci si affida soprattutto alla furbizia. La condivisione che si ha a partire dai gruppi di sostegno può essere invece un laboratorio sociale che aiuta ciascuno di noi e può essere trasmessa agli altri come regola di vita ispirata al rispetto, alla solidarietà, all'armonia interiore. Sul piano dei rapporti umani questo legame morale è insostituibile e agevola nel contempo la soddisfazione dei bisogni personali di natura materiale.

DOVE' SI E' NASCOSTO IL DONO

 Con l'entrata in campo della proprietà, della merce e del denaro l'orizzonte del dono si è sicuramente ristretto. Al dono praticato in epoche passate si è incaricato infatti lo Stato di provvedere  con servizi di sanità, scuola, assistenza.

Il dono però non è scomparso. Ma non sempre  è visibile. Questo anche perché l’universo del dono richiede l’ implicito e il non detto. La magia del dono come nella favola può operare soltanto se le sue regole restano inespresse. Non appena esse sono enunciate, la carrozza ridiventa una zucca, il re si rivela nudo e il dono equivalenza.

Equivalenza è un principio delle leggi di mercato, espresso dal prezzo,  e il mercato è la negazione del dono.

Per confermare che il dono c'è ancora diamo un altro sguardo ai giorni nostri. La madre di un’ amica e’ stata letteralmente salvata dagli alcolisti anonimi, gruppo basato interamente sul principio del dono:  da quando è negli Alcolisti anonimi, dice la figlia, è trasformata.

MARCEL MAUSS

Il grande antropologo francese è l'autore di un  libro famoso “Essai sur le don” (Saggio sul dono).

In molte civiltà arcaiche, egli scrive all'inizio dell'Essai, “gli scambi e i contratti vengono effettuati sotto forma di donativi, in teoria volontari, in realtà fatti e ricambiati obbligatoriamente”. Non si tratta di un obbligo imposto ma regolato dalle consuetudini, come oggi facendo visita a qualcuno, in ospedale e altrove, si dona una confezione di biscotti o di caffè.

All'insieme delle società arcaiche, quel che Mauss scopriva al di là della molteplicità delle testimonianze e degli esempi, non era altro che l' universalità del dono nelle società arcaiche.

LA NASCITA E LA FAMIGLIA

Dalla mia esperienza l’idea che mi si è imposta  a poco a poco è che il dono  è tanto moderno e contemporaneo quanto caratteristico delle società arcaiche; che esso non concerne soltanto momenti isolati e discontinui dell'esistenza sociale ma la sua stessa totalità. Ancor oggi non è possibile avviare o intraprendere alcunché, niente può crescere e funzionare se non nutrito dal dono.

 A cominciare dall'inizio, cioè dalla vita stessa, almeno ancora per qualche tempo, né acquistata né conquistata, ma propriamente “donata” e donata in genere in seno a una famiglia, legittima o illegittima. E tutto fa credere, checché ne dicano i sociologi dell'interesse e del potere, che le famiglie si dissolverebbero all'istante se, ripudiando le esigenze del dono e del contro dono, finissero con il somigliare soltanto a una impresa o a un campo di battaglia. Lo stesso vale per i rapporti di amicizia, di cameratismo o di vicinato che non si acquistano né s'impongono con la forza, né vengono decretati, ma presuppongono reciprocità e fiducia. Questo avviene in modo sistematico.

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