Voglio nuovamente ringraziarti Fulvio Casali per aver accettato un incarico che io negli ultimi tempi ho ricoperto solo formalmente grazie all'impegno e passione di tutto il gruppo operativo della bdt.
Anch'io mi unisco al ringraziamento verso chi ha dato tanto e continuerà a lavorare con passione ricoprendo comunque ruoli specifici anche senza essere nel CD.
Quello di cui sono convinta è che la nostra forza sta nella nostra particolare identità, nel fatto che facciamo cose serie, ma non seriose divertendoci (molte associazioni impegnate muoiono per la mancanza di questo aspetto di divertimento e celebrazione) e che la Transizione è una cornice o strategia non solo coerente con la bdt, ma di grande potenzialità anche narrativa rispetto alla possibilità di moltiplicare le iniziative e dare loro continuità e sostenibilità nel tempo.
Quello che mi sembra di aver imparato in questi anni nella nostra piccola comunità della BDT, vorrei riassumerlo nelle parole di Luigino Bruni (LA FERITA DELL’ALTRO: ECONOMIA E RELAZIONI UMANE) quando parla dell’immagine all’origine del suo libro e cioè quella del combattimento di Giacobbe con l’angelo nella Genesi e dell’indissolubile legame presente in ogni autentico rapporto umano tra ferita e benedizione:
“Prima o poi ogni persona fa un’esperienza che segna l’inizio della sua piena maturità: capisce nella propria carne e intelligenza che se vuole sperimentare la benedizione legata al rapporto con l’altro deve accettarne la ferita. Comprende cioè che non c’è vita buona senza passare attraverso il territorio buio e pericoloso dell’altro e che qualunque via di fuga da questo combattimento e da questa agonia conduce verso una condizione umana senza gioia"
Sì tra un baratto ed una cena della verza o “a basso impatto ambientale”, tra una conferenza e qualche piccola irritazione o discussione nell’orto…, non abbiamo solo cercato di costruire un’economia parallela ed alternativa, ma una communitas (“civile e vulnerabile”) dove “l’altro è benedizione (perché senza di lui non posso essere felice) ma perché è anche colui che mi ferisce e che io ferisco a mia volta (la ferita, come la benedizione, ha sempre una natura reciproca)
Grazie a tutti per proseguire questo stimolante percorso “dove non c’è decrescita senza crescita personale"
Buon lavoro al nuovo presidente!